In Milano, nella stamperia di Gaetano Motta, 1786, in-8, legatura di inizio ‘900 in cartoncino spugnato con dorso in tela, pp. 200. La “Norma interinale…” venne realizzata dal giurista trentino Carlo Antonio Martini per uniformare in modo graduale il sistema criminale milanese a quello del resto dell’Impero austro-ungarico sotto il regno di Giuseppe II. Oltre a contenere rielaborazioni della Constitutio Criminalis Theresiana del 1768, contiene, nel primo articolo, la primissima definizione normativa del principio di legalità. In modo affine al codice austriaco giuseppino, si ribadisce l’importanza della figura del giudice-funzionario che rappresenti lo Stato nell’interpretare, in grande autonomia, la legge e nell’assicurare il giusto castigo al reo. Similmente alla riforma del sistema penale del granducato di Toscana, la cosiddetta Leopoldina, abolisce la tortura e altre forme di ingiustizia verso il reo, anche se, diversamente, non abolisce la pena capitale. La “Norma interinale…” costituì per Milano l’unica normativa di riferimento sino al Codice del Regno italico del 1807. Ottime condizioni. Esemplare stampato su carta grave.
Ducato di Milano, Lombardia, Impero austro-ungarico, diritto asburgico, diritto penale, diritto criminale, Settecento, illuminismo, tortura, pena di morte.