Venezia, Bernardino Benali e Matteo Capcasa, 3.III.1491, in-folio, legatura della fine del cinquecento o dei primi del seicento in piena pergamena floscia, titolo manoscritto in antico al dorso, carte [10], CCLXXXXI, [1]. Quattro carte nel fascicolo q8 sono legate in sequenza errata. 61 linee. Carattere tondo di corpo maggiore per il testo poetico e in corpo minore per il commento (dal Purgatorio – compreso – in poi, in alcune pagine, il corpo per testo e commento è lo stesso). Con centinaia di iniziali xilografiche (una iniziale è rubricata in rosso), 4 grandi xilografie a piena pagina (una, quella del Purgatorio, è ripetuta) all’inizio di ciascuna cantica e 97 piccole xilografie (mm. 66×66 circa) in testa ai canti del poema. Le tre scene a piena pagina sono inquadrate da una elaborata cornice architettonica, con due colonne laterali scanalate terminanti con due telamoni che sorreggono una elaborata architrave; sul basamento un fregio a racemi e due puttini che sorreggono uno stemma bianco. La scena che precede l’Inferno raffigura Dante in tre momenti differenti: nella selva, “al cominciar dell’erta” e davanti alle tre bestie feroci poste nella parte destra dell’immagine; a questo punto sulla sinistra, in basso, appare Virgilio; nella scena del Purgatorio le figure di Dante e Virgilio sono ripetute tre volte, nell’atto di salire il Monte del Purgatorio; in quella del Paradiso Dante è ripetuto due volte, la seconda ascendente al cielo con Beatrice e in alto è raffigurato il momento astronomico in cui avviene la salita. L’edizione è il primo incunabolo veneziano illustrato della Commedia ed il primo in assoluto interamente figurato, compresa la cantica del Paradiso, illustrata qui per la prima volta: un imponente ciclo di xilografie del tutto nuovo fu elaborato a Venezia per questa edizione e, nei successivi sei anni, ne uscirono altre tre, corredate dalle stesse xilografie: nel novembre dello stesso 1491, nel 1493 e nel 1497, a testimonianza del successo editoriale dovuto al commento del Landino e ad un apparato iconografico quantitativamente eccezionale. In questa stampa il commento del Landino fu per la prima volta revisionato e curato dal frate francescano Pietro da Figino (frate vissuto a cavallo fra i secoli XV e XVI) e per la prima volta furono poste a conclusione della terza cantica il Credo, il Pater Noster e l’Ave Maria, testi attribuiti, in antico, a Dante. Il volume si presenta in condizioni più che buone: pochi minimi forellini di tarlo nel campo di stampa alle prime 40 carte; sempre minimi, ma più diffusi, nelle ultime 90 carte. Lievi bruniture, tre strappetti riparati al margine bianco inferiore di tre carte, senza perdite. Timbretti araldici al recto della prima carta. Nel complesso bell’esemplare. Ex-libris Landau sul contropiatto anteriore. GW 7969; BMC V, 373; IGI 363; Essling, 531; Mambelli, 1931, p. 25.
DANTE ALIGHIERI.
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