(Venetiis), (ex typographio J.B. Pasqualii), (1767), incisione all’acquaforte, mm. 155×210 circa (impronta della lastra, mentre il foglio misura 240×340) firmata in basso a destra; riproduce intaglio a basso rilievo in calcedonio (probabilmente tardo ellenistico) con busto di giovane donna dal profilo di 3/4 incorniciato da gonfia chioma raccolta sulla nuca, da dove si diparte in raggiera di ricci e boccolo ricadente sulla spalla nuda; un drappeggio le passa sulla spalla sinistra, lasciando scoperti seno e spalla destri. Fa parte del gruppo di tavole (34-40) che Gori genericamente indica come “Feminarum capita ignota”, ma il seno scoperto la designa come Menade; la resa venustà dei tratti e dolcezza d’espressione sono ascrivibili all’incisore e non rendono esplicita l’interpretazione. Bella tavola proveniente dal 1° volume della “Dactyliotheca Smithiana”, catalogo commissionato all’erudito Anton Francesco Gori dal console inglese a Venezia Joseph Smith, anche raffinato collezionista e mecenate di artisti come Canaletto. Nella Dattilioteca (testo in latino + 100 tavole: questa è la n. 35) sono descritte le gemme intagliate della raccolta personale di Smith (poi ceduta a re Giorgio III): pochi i cammei antichi con prevalenza d’intagli del XVI-XVIII secolo). Le tavole furono incise da Giambattista Brustolon (che però ne firmò solo 33) su disegno di Novelli e Zanetti il giovane. Questa presenta al margine bianco inferiore blanda traccia di fango e strappetto senza perdita, mantenendosi però nitida ed in ottimo stato di conservazione.
BRUSTOLON Giovanni Battista – Dactyliotheca Smithiana.
Glittica, Gemme intagliate, Dattilioteche, Bellezze muliebri, Joseph Smith, Incisione veneziana del Settecento