Napoli, “Eco della cultura”, 1917, in-8, brossura editoriale (piccola mancanza al dorso, poche e lievi fioriture esterne), pp. 22, [2], l’ultima carta bianca. Rarissima seconda edizione aumentata e definitiva e la sola censita in ICCU. La prima edizione (Napoli, “Minerva”, 1915) è segnalata solo da Cammarota che precisa: “non integrale”. Datato in calce “Nella villa propria al Vomero il 1. giugno 1917”. Cifariello fu scultore verista di grande efficacia e modernità plastica. Un fosco dramma familiare sconvolse la sua vita perché il 10 agosto 1905 uccise la moglie, la cantante francese Maria De Browne, a colpi di rivoltella. La grande popolarità di cui godeva e la strenua difesa fattane dall’avvocato Gaetano Manfredi nella corte d’assise di Campobasso, ne agevolarono, a distanza di due anni, l’assoluzione per vizio totale di mente. Nella seconda metà degli anni dieci assumerà posizioni e atteggiamenti vicini al movimento futurista: in particolare nell’opuscolo dedicato agli amici artisti futuristi “Abolite le accademie”. Cammarota, Futurismo, 111.2.
CIFARIELLO Filippo [Futurismo].
Futurismo, letteratura italiana del Novecento, prime edizioni