Firenze, s.n.t., s.d. (fine secolo XIX), in-4, piena tela verde coeva con rondelle metalliche al dorso, titolo oro al piatto anteriore, pp.(184). Le 91 tavole con illustrazioni fotografiche in b.n. mostrano un campionario di ornamenti da porta, portabandiera, balaustrate, colonne in ghisa, ringhiere, cancelli, inferriate, scale a chiocciola, porte per cappelle gentilizie, lumi, portalampade, candelabri per piazze e giardini, fanali, chioschi ed orinatoi, feritoie, mensole, scansaruote e raschiascarpe, tavolini, reggiombrelli, stufe, caldaie, ecc. più una serie di realizzazioni finite (ad esempio le cancellate per Villa Wolkonsky a Roma o il villino Bürgisser a Firenze). Le legende in calce sono plurilingue. La “Fonderia di ferro di seconda fusione”, detta del Pignone dal nome del borgo divenuto quartiere industriale della città, fu costruita fuori porta San Frediano, lungo la riva sinistra dell’Arno. Nacque nel 1841 per iniziativa di due tecnici abili nel campo della siderurgia e della meccanica, Federico Schenk e Giovanni Niccoli, coi capitali dello stesso Niccoli, di P. Benini e T. Michelagnoli. Inizialmente la maggior parte della produzione era costituita da fusioni artistiche e commerciali, in un connubio tra arte e industria che si giovava della meccanizzazione nel campo dell’ornamento e dell’arredo urbano e privato. Nel periodo compreso fra Unità d’Italia e Firenze capitale la Fonderia incrementò manodopera e produzione, con committenza prevalentemente pubblica (candelabri per illuminazione a gas, panchine per il Vial de’ Colli, balaustrata di Piazzale Michelangelo, travatura e spallette di Ponte alle Grazie, ecc.) Altro ramo di produzione era quello dei frantoi, strettoi, macchine a vapore per battere il grano o i prodotti per l’industria olearia, vinicola e agricola. A fine ‘800 la Fonderia avviò la produzione militare e nel 1917 la fabbrica fu trasferita a Rifredi. Durante la Seconda Guerra Mondiale l’impianto industriale fu distrutto e successivamente soggetto a riconversione dell’attività. Nel 1953 lo stabilimento fu chiuso, ma l’anno successivo fu costituita la Nuova Pignone, attiva ancor oggi. Ottime condizioni, salvo difetti minori.
Fonderia del Pignone, Arti minori, Ornamenti in ferro e ghisa, Fusioni artistiche, Firenze capitale