(Venetiis), (ex typographio J.B. Pasqualii), (1767), incisione all’acquaforte, mm. 150×210 circa (impronta della lastra, mentre il foglio misura 240×340); riproduce la testa (profilo glabro volto a sx) di Marco Salvio Otone, colla classica pettinatura a bande secondo l’effigie canonica nella serie dei Dodici Cesari: di famiglia etrusca ed amico giovanile di Nerone, divenne imperatore dal gennaio 69 alla morte per suicidio a soli 37 anni. Questo cammeo in agata zonata in montatura d’oro, pur non firmato, sembra essere opera del veneziano Giammaria Fabi (oggi nelle Collezioni reali a Windsor). Bella tavola proveniente dal 1° volume della “Dactyliotheca Smithiana”, catalogo commissionato all’erudito Anton Francesco Gori dal console inglese a Venezia Joseph Smith, anche raffinato collezionista e mecenate di artisti come Canaletto; nella Dattilioteca (testo in latino + 100 tavole: questa è la 72) sono descritte le gemme intagliate della raccolta personale di Smith (poi ceduta a re Giorgio III): pochi i cammei antichi, con prevalenza di raffinati intagli del XVI-XVIII secolo, come questo; in maggioranza busti maschili, spesso di imperatori romani, e femminili. Le tavole furono incise da Giambattista Brustolon (che però ne firmò solo 33) su disegno di Pietro Antonio Novelli. Questa presenta minime tracce di fango ai margini bianchi esterno ed inferiore, presentandosi nitida ed in ottime condizioni di conservazione.ella tavola proveniente dal 1° volume della “Dactyl
BRUSTOLON Giovanni Battista – Dactyliotheca Smithiana.
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