In Venezia, appresso Lorenzo Baseggio, 1741, volumi 4, in-4, legatura coeva in piena pergamena (qualche erosione alle punte dei piatti) titolo in oro sui dorsi, tagli spruzzati in rosso, pp. [8], LXXXIV, 640 [i.e. 642], [2], l’ultima carta bianca – 621 [i.e. 619], [1] – 506, [2], l’ultima carta bianca – 556 – 246, [2], 440. Le carte dell’ultimo fascicolo del primo volume legate in sequenza errata. Il Vocabolario della Crusca è probabilmente il libro più influente nella storia della lingua italiana. Il suo scopo principale fu dare un’identità alla lingua della cultura, dal momento che mancava in Italia un preciso luogo di sua irradiazione, cioè una capitale ed una società di corte unitaria. Volendo salvare quanto era stato già fatto in campo linguistico a partire dal Trecento, gli Accademici della Crusca ritennero di dover ritornare all’uso trecentesco dei testi fiorentini, convinti che fosse ormai del tutto accreditata la fiorentinità della lingua colta, per il prestigio indiscusso degli autori e dunque si vollero comprendere nell’opera solo parole della lingua toscana, in particolare il lessico degli scrittori fiorentini del Trecento (Dante, Petrarca, Boccaccio) e gli autori del Duecento. In realtà in ambito linguistico, lo spoglio fu condotto non limitandosi alle Tre Corone fiorentine (Dante, Petrarca e Boccaccio), ma allargandosi a tutti gli autori, purché trecentisti e fiorentini. L’influenza che il vocabolario ebbe nella formazione della lingua italiana letteraria e, attraverso questa, nella formazione anche della lingua italiana parlata è difficilmente sovrastimabile: basti pensare che scorrendolo la grandissima maggioranza delle parole sono tuttora usate (e sono spesso parole del Trecento!) e quindi perfettamente comprensibili ad un italiano moderno, cosa difficilmente riscontrabile con analoghi vocabolari di altri paesi.
ACCADEMIA DELLA CRUSCA.
Storia della lingua italiana, Vocabolario della Crusca, linguistica italiana, italianistica, Accademia della Crusca.